
Ho assistito a parecchi spettacoli pirotecnici, soprattutto durante la mia adolescenza, quando l’estate diventava itinerante anche in funzione di queste attrazioni. Fra gli spettacoli di fuochi d’artificio sicuramente più rinomati a livello nazionale, quello del Redentore a Venezia è indubbiamente il top, sia per durata sia per la qualità dello spettacolo. Nel corso degli anni, tuttavia, la carica detonante dei fuochi di Venezia è stata gradualmente ridotta per non danneggiare i monumenti storici, già di per se fragili per altre innumerevoli cause. Ecco, per capire cosa significa “detonazione”, andate a Peschici, sul Gargano, durante i festeggiamenti di Sant’Elia (nel periodo 19-22 Luglio). Qui i fuochi non sono silenziati e si sente. Decibel a parte, un altro aspetto interessante è legato al fatto che vi sono tre diversi spettacoli pirotecnici in due serate diverse. Quello della prima sera, da quanto ho capito, è finanziato dal comune, mentre i due della seconda serata (il primo sulla collina è quello meno “interessante”, anche se molto più lungo di qualsiasi spettacolo pirotecnico “medio” da sagra paesana) sono finanziati dai privati. La scatto (che poi non è un solo scatto…) che ho scelto rappresenta parte dello spettacolo della prima serata (durato circa mezzora), quando la brezza spirava fortunatamente nella direzione migliore, portando via il fumo molto velocemente verso il mare. La foto vuole dare un’idea dei colori dello spettacolo e della sua dimensione, con numerosi punti di lancio lungo il molo e in mezzo al mare della Baia di Peschici.
Aspetti tecnici
Come potete vedere dai dati di scatto la foto è un blend, ovvero una unione di diversi scatti. E’ abbastanza semplice assemblare questo tipo di immagine in Photoshop, ma bisogna rispettare alcune piccole “regole” o, meglio, criteri. Come prima cosa, usare un treppiede e un telecomando, in maniera tale che la macchina fotografica resti posizionata stabilmente. Se avete la possibilità, come in questo caso di posizionarvi su un punto rialzato è molto meglio soprattutto in presenza di acqua, per il riflesso più ampio che otterrete nell’inquadratura. Consiglio poi di esporre per 5-10 secondi (io ho esposto per 8″), affinché il fuoco d’artificio esploda ed imprima la sua intera forma sul fotogramma, a 100ISO (o la risoluzione nominale più bassa che potete) per evitare rumore e sovraesposizioni soprattutto nel punto di esplosione. Consiglio di mantenere il diaframma a f/8.0 per mettere a fuoco bene tutta la scena, prendendo come riferimento per la messa a fuoco un punto dello sfondo (ad es. nel mio caso le casette del centro) e non la messa a fuoco su infinito (∞), perché la vostra lente potrebbe avere una taratura non perfetta. Usate se possibile una lente grandangolare, soprattutto se prevedete che ci siano numerosi punti di lancio. Altro consiglio, valutare bene l’inquadratura (o composizione) per evitare che i fuochi più belli sfuggano verso i bordi del fotogramma (a me, purtroppo, è capitato). E’ preferibile ampliarla e poi croppare ex post, piuttosto che cercare di riempire il fotogramma a piena risoluzione e poi vedersi sfuggire i fuochi più belli, alti e colorati. Ultima nota: attenzione al fumo. Se vi va bene il vento lo porta via (come nella prima serata di Sant’Elia), ma se vi va male (come nella seconda serata, ahimè) dopo i primi fuochi vi troverete delle foto piene di fumo, quindi non solo meno piacevoli ma anche più difficili da unire in blend in post-produzione. Consiglio: concentratevi sui primi fuochi, quando il fumo deve ancora invadere la scena.
Altri scatti dei fuochi di Sant’Elia
Giusto per dare un’idea della varietà di immagini che si possono ottenere riprendendo uno spettacolo pirotecnico, eccovi una galleria della prima serata.