
Uno dei pochissimi ritratti che ho deciso (e deciderò…) di postare su Biomorus, tanto che sto valutando se eliminare questa sezione e accorparla alle “Varie”. Vedremo. Questo scatto mi ha fatto pensare a due cose, principalmente, una per ognuna delle mie due “personalità”, quella di papà e quella di appassionato di fotografia. Dal lato papà è difficile dire cosa mi ha trasmesso questo scatto quando l’ho rivisto. In pratica mi sono spappolato… Come pseudofotografo (niente da fare, non ci riesco proprio ad affibbiarmi la dicitura di “fotografo”…), ho fatto un paio di ragionamenti. Primo: ma si vede che è un ritratto fatto con una APS-C e si nota che c’è quella grana tipica della 7D? Non do risposta alla prima domanda, ma alla seconda, dato che ho potuto vedere lo scatto al 100%, rispondo no. Le condizioni di luminosità hanno reso la qualità dello scatto davvero molto più alta rispetto ad altre occasioni, anche nelle zone d’ombra. Non so da cosa dipenda, ma la stessa zona d’ombra in uno scatto in generale poco luminoso è più rumorosa di una zona d’ombra della stessa intensità (quindi con la stessa quantità di luce che colpisce il sensore) in uno scatto eseguito in condizioni di luminosità ottimali. Chissà se i due diversi scatti vengono gestiti diversamente dal processore… Altra considerazione. La relativa morbidezza che viene attribuita al Sigma 50 a tutta apertura (f/1.4) è praticamente assente. Rimango della stesa idea che mi ero fatto quando l’acquistai. Questa è una lente da paura in termini qualitativi. Lo scatto è passato attraverso un photoshop davvero molto leggero. Nitidezza, rumore, vividezza, curve, ma tutto moooolto leggero. Non ce n’era bisogno.