
Aggiorno il post sulle foto panoramiche con questo panorama derivante dall’unione di 9 scatti eseguiti circa 4 anni fa, dalle rive del lago di Misurina (BL). Visibili, sulla sinistra, le Tre Cime di Lavaredo. Visualizza QUI la foto in HD.

Ho recuperato dai meandri dei miei archivi qualche vecchio scatto di foto panoramiche, giusto per rimpinguare la sezione Paesaggi, che ultimamente è un po’ carente. Anche se non è il mio forte, qualcosa di decente ero riuscito a farlo. Lo scatto di copertina del post è stato eseguito quasi per caso, nel senso che avevo la reflex con me quasi per sbaglio e mi sono ricordato di averla solamente quando ho visto il campo di frumento pieno di papaveri, che è un soggetto sempre suggestivo. La luce non era il massimo, il cielo era poco interessante, ma non è che mi capitasse tutti i giorni di vedere un campo di papaveri così senza cercarlo. Avevo solo il 18-55 con me e, col senno di poi, avrei voluto fare lo stesso scatto col Sigma 8-16, anche perché ci sarebbe stato tutto in un unico scatto, invece che in due come in questo caso (uniti in Photoshop). Comunque, quello che volevo dire riguarda la casualità: avere la reflex con se casualmente, a volte, magari con occasioni migliori di questa, potrebbe non avere prezzo!
Qui sotto invece propongo un altro panorama, derivato in questo caso dall’unione di una decina di scatti (12) fatti da un promontorio nel paradiso greco di Santorini. In questo caso, ho cercato di proposito un luogo da dove fare questo scatto. Non era difficile pensare che la natura avrebbe offerto in ogni caso uno spettacolo degno di sè. Ancora una volta, avrei voluto avere un grandangolo degno di questo nome, ma all’epoca avevo la reflex (la mia prima reflex…) da pochi mesi e non sapevo quanto mi sarebbe servito un angolo di campo maggiore, insieme alla nitidezza e a dei colori più da grandangolo.

A volte però, non serve girare il mondo per trovare scenari mozzafiato. La ricerca non è tutto. Basta tenere d’occhio il cielo fuori dalla finestra di casa e, quando si presenta l’occasione, fiondarsi in un posto con l’orizzonte più libero possibile. Come quando ho colto questo tramonto, che poi è la stessa sera di quando ho ripreso questo arcobaleno. Ooops…mi sono accorto di averlo già postato, proprio in quell’occasione. Beh, poco conta. Questo è un contesto diverso. Parliamo di panorami. In questo caso ero talmente intento a fotografare l’arcobaleno, che non avevo fatto caso allo spettacolo di colori che c’era dietro di me. Attimi che possono durare pochi minuti, spesso pochi secondi. In questi casi la prontezza è tutto. E in quel momento non fui pronto. Pochi minuti prima, infatti, lo spettacolo aveva dato il meglio di sè. Ma avrei rischiato di perdere l’arcobaleno, forse.

La cosa che, tuttavia, fa soffrire di più si verifica quando si fanno degli errori in una situazione che in seguito si realizza essere quasi irripetibile, come il panorama che posto qui sotto. Era da tempo che cercavo quello che forse è un classico. Ovvero delle montagne su diverse distanze in sfumatura. Quello che ti fanno fare alle medie le prof. di educazione artistica insomma… Un classico, appunto. Una volta che mi sono trovato di fronte a questa situazione, vuoi la fretta, vuoi il sole troppo intenso, vuoi la foschia e l’umidità forse eccessive, il risultato è stato a dir poco pessimo e nemmeno troppo correggibile in post-produzione. Ero a Sintra, in Portogallo, e chissà quando mi ritroverò davanti un’altra volta quel “classico”.
